Le varietà di olive da mensa più diffuse


Olive di Cerignola


di Da­ni­lo Ta­va­no

Quan­do si parla di olivo spes­so ci si ri­fe­ri­sce al­l’o­lio ot­te­nu­to dai sui frut­ti men­tre scar­sa con­si­de­ra­zio­ne viene at­tri­bui­ta alle olive da ta­vo­la. Le va­rie­tà esi­sten­ti pos­so­no es­se­re clas­si­fi­ca­te in base alla loro at­ti­tu­di­ne pre­va­len­te, per cui avre­mo:

  • Va­rie­tà per olive da olio.
  • Va­rie­tà per olive da mensa (o da ta­vo­la).
  • Va­rie­tà a du­pli­ce at­ti­tu­di­ne.

In linea del tutto teo­ri­ca, le olive da mensa sono ca­rat­te­riz­za­te da di­men­sio­ni mag­gio­ri ri­spet­to a quel­le per l’e­stra­zio­ne di olio, pre­sen­ta­no un rap­por­to polpa/noc­cio­lo più ele­va­to ed, ov­via­men­te, un con­te­nu­to di olio più basso. Ho scel­to di de­scri­ve­re bre­ve­men­te le cul­ti­var più rap­pre­sen­ta­ti­ve per il ter­ri­to­rio na­zio­na­le cer­can­do di met­te­re in ri­lie­vo la com­bi­na­zio­ne ge­no­ti­po-am­bien­te che è sen­z’al­tro il ful­cro del­l’o­li­vi­col­tu­ra ita­lia­na. Ri­cor­do, in­fat­ti, che la va­lo­riz­za­zio­ne del ger­mo­pla­sma oli­vi­co­lo, oltre a rap­pre­sen­ta­re un’op­por­tu­ni­tà per l’I­ta­lia, serve a con­ser­va­re un pa­tri­mo­nio mai suf­fi­cien­te­men­te tu­te­la­to co­sti­tui­to dalla bio­di­v­er­si­tà. Pian­ta­re e suc­ces­si­va­men­te col­ti­va­re le va­rie­tà più adat­te per ogni ter­ri­to­rio spe­ci­fi­co si­gni­fi­ca con­tri­bui­re a co­sti­tui­re un agroe­co­si­ste­ma più equi­li­bra­to e, come tale, meno bi­so­gno­so di input an­tro­pi­ci e di agro­chi­mi­ca. Ve­dia­mo in­sie­me le va­rie­tà di olive da ta­vo­la più rap­pre­sen­ta­ti­ve:

  • Bella di Ce­ri­gno­la: è dif­fu­sa nel nord della Pu­glia. La drupa ha un peso no­te­vo­le po­ten­do rag­giun­ge­re i 9 g e pre­sen­ta una forma el­lit­ti­ca al­lun­ga­ta. In virtù delle sue di­men­sio­ni è ca­rat­te­riz­za­ta da un ele­va­to rap­por­to polpa/noc­cio­lo. La per­cen­tua­le della polpa in media è del­l’89%. È una va­rie­tà molto ap­prez­za­ta per i suoi frut­ti che sono de­sti­na­ti so­prat­tut­to alla pre­pa­ra­zio­ne in verde. La pro­dut­ti­vi­tà ri­sul­ta media e al­ter­nan­te. Si trat­ta di una va­rie­tà par­zial­men­te au­to­fer­ti­le, tut­ta­via trae be­ne­fi­cio dal­l’im­pol­li­na­zio­ne in­cro­cia­ta di va­rie­tà quali Ter­mi­te di Bi­tet­to, San­t’A­go­sti­no e Mele.
  • Asco­la­na te­ne­ra: è dif­fu­sa so­prat­tut­to nella pro­vin­cia di Asco­li Pi­ce­no. Pre­sen­ta dei frut­ti gran­di e pe­san­ti che rag­giun­go­no i 9 g e la per­cen­tua­le della polpa si ag­gi­ra me­dia­men­te in­tor­no al 90%. La drupa ha forma el­lis­soi­da­le. La va­rie­tà pre­sen­ta una pro­dut­ti­vi­tà media e co­stan­te ed entra in pro­du­zio­ne pre­co­ce­men­te. I frut­ti sono uti­liz­za­ti pre­va­len­te­men­te per la pre­pa­ra­zio­ne in verde. È con­si­de­ra­ta au­to­ste­ri­le e può es­se­re pro­fi­cua­men­te im­pol­li­na­ta da altre va­rie­tà quali Itra­na, Giar­raf­fa, Santa Ca­te­ri­na e Ro­scio­la.
  • No­cel­la­ra del Be­li­ce: è dif­fu­sa pre­va­len­te­men­te nella pro­vin­cia di Tra­pa­ni. Viene molto ap­prez­za­ta per i suoi frut­ti de­sti­na­ti in buona parte alla pre­pa­ra­zio­ne in verde. La drupa ha un peso medio di 5-7 g e pre­sen­ta una forma ton­deg­gian­te. La va­rie­tà ri­sul­ta di media vi­go­ria e pre­sen­ta un por­ta­men­to pen­du­lo. La pro­dut­ti­vi­tà è ele­va­ta e co­stan­te. Viene con­si­de­ra­ta una va­rie­tà au­to­ste­ri­le per cui viene nor­mal­men­te im­pol­li­na­ta da va­rie­tà quali Giar­raf­fa e Pi­di­cud­da­ra.
  • San­t’A­go­sti­no: è dif­fu­sa nel nord della Pu­glia. Le drupe ven­go­no pre­va­len­te­men­te de­sti­na­te alla pre­pa­ra­zio­ne in verde e pre­sen­ta­no un peso che si ag­gi­ra sui 7 g. La forma delle olive è el­lit­ti­ca. Ri­sul­ta ele­va­ta la per­cen­tua­le della polpa, in­tor­no al 90%. La vi­go­ria del­l’al­be­ro è ele­va­ta così come la pro­dut­ti­vi­tà che ri­sul­ta, tut­ta­via, for­te­men­te con­di­zio­na­ta dal­l’ir­ri­ga­zio­ne. È una va­rie­tà au­to­ste­ri­le e viene im­pol­li­na­ta da altre va­rie­tà quali Mele, Ter­mi­te di Bi­tet­to, Santa Ca­te­ri­na e Bella di Ce­ri­gno­la.
  • Tag­gia­sca: è dif­fu­sa nella re­gio­ne Li­gu­ria. Si deve con­si­de­ra­re una va­rie­tà a du­pli­ce at­ti­tu­di­ne po­ten­do anche es­se­re uti­liz­za­ta per la pro­du­zio­ne di olio. Le drupe quan­do ven­go­no de­sti­na­te alla pre­pa­ra­zio­ne di olive da ta­vo­la sono con­su­ma­te in nero op­pu­re can­gian­ti. La pro­dut­ti­vi­tà ri­sul­ta ele­va­ta e co­stan­te. La drupa ha pic­co­le di­men­sio­ni e peso che si ag­gi­ra me­dia­men­te sui 2-3 g. La forma è el­lit­ti­ca. Per quan­to ri­guar­da la per­cen­tua­le della polpa, i va­lo­ri sono in­tor­no al­l’88%. La va­rie­tà viene con­si­de­ra­ta par­zial­men­te au­to­fer­ti­le e si av­van­tag­gia del­l’im­pol­li­na­zio­ne in­cro­cia­ta di altre va­rie­tà quali Pen­do­li­no, Pi­gno­lo e Mau­ri­no.
  • Ca­ro­lea: è dif­fu­sa nella re­gio­ne Ca­la­bria. Si trat­ta di una va­rie­tà a du­pli­ce at­ti­tu­di­ne po­ten­do es­se­re col­ti­va­ta per l’e­stra­zio­ne di olio. Le drupe hanno una pez­za­tu­ra me­dio-gran­de, un peso di 4-8 g e pre­sen­ta­no una forma el­lit­ti­ca. La per­cen­tua­le della polpa ha va­lo­ri in­tor­no al­l’88%. La va­rie­tà è ca­rat­te­riz­za­ta da una vi­go­ria media e da un por­ta­men­to as­sur­gen­te. La pro­du­zio­ne è media e co­stan­te. È una va­rie­tà au­to­ste­ri­le per cui viene im­pol­li­na­ta da altre va­rie­tà quali Fran­to­io, Lec­ci­no e Mo­ra­io­lo.

La breve ras­se­gna delle sei va­rie­tà di olive da mensa che ho il­lu­stra­to rap­pre­sen­ta solo una mi­ni­ma parte del vasto pa­no­ra­ma va­rie­ta­le ita­lia­no. Il pre­sen­te ar­ti­co­lo vuole es­se­re sem­pli­ce­men­te un pic­co­lo input alla co­no­scen­za di una pian­ta mil­le­na­ria come l’o­li­vo e non ha al­cu­na pre­te­sa di es­se­re esau­sti­vo.

Olive di Cerignola
“Olive di Ce­ri­gno­la” di Food snob site – Food Snob.Con li­cen­za CC BY-SA 2.0 tra­mi­te Wi­ki­me­dia Com­mons – http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Olive_di_Cerignola.jpg#mediaviewer/File:Olive_di_Cerignola.jpg

Oliva Taggiasca
Oliva Tag­gia­sca (foto Marco Ber­nar­di­ni)

Bi­blio­gra­fia

  • AA.VV. 2009, L’u­li­vo e l’o­lio, coor­di­na­men­to scien­ti­fi­co di M. Pi­san­te, P. In­gle­se, G. Lerc­ker. Col­la­na Col­tu­ra & Cul­tu­ra, idea­ta e coor­di­na­ta da R. An­ge­li­ni, Bayer Crop­Scien­ce, Script, Bo­lo­gna, pp. 784.
  • Fio­ri­no, P 2003, Olea. Trat­ta­to di oli­vi­col­tu­ra, Il Sole 24 Ore Eda­gri­co­le, Bo­lo­gna, pp.462.

Da­ni­lo Ta­va­no è agro­no­mo, dot­to­re di ri­cer­ca in “Scien­ze Mer­ceo­lo­gi­che”, scrit­to­re e blog­ger. È nato a Bari nel 1979. Dopo aver con­se­gui­to la ma­tu­ri­tà scien­ti­fi­ca, si è lau­rea­to in “Scien­ze e Tec­no­lo­gie agra­rie” nel di­cem­bre del 2005 pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Bari Aldo Moro. Nel 2007 ha con­se­gui­to l’a­bi­li­ta­zio­ne alla li­be­ra pro­fes­sio­ne di Agro­no­mo. Dal 2006 al 2008 ha svol­to at­ti­vi­tà di ri­cer­ca pres­so il Di­par­ti­men­to di Pro­te­zio­ne delle pian­te e Mi­cro­bio­lo­gia ap­pli­ca­ta del­l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Bari Aldo Moro. Nel­l’a­pri­le del 2013 ha con­se­gui­to il ti­to­lo di dot­to­re di ri­cer­ca in “Scien­ze Mer­ceo­lo­gi­che” pres­so la I Fa­col­tà di Eco­no­mia di Bari. Ha pub­bli­ca­to per Adda Edi­to­re il libro “Olivo e olio: que­si­ti e cu­rio­si­tà”. È inol­tre au­to­re di pub­bli­ca­zio­ni scien­ti­fi­che nel campo delle scien­ze agra­rie e mer­ceo­lo­gi­che. Il suo blog (https://olivando.wordpress.com/) af­fron­ta il va­rie­ga­to mondo del­l’o­lio da olive.

 


 

Shares